Il percorso psicologico: in cosa consiste in concreto e approccio clinico di base

Nel corso del primo colloquio clinico esploreremo insieme le motivazioni alla base della richiesta. Potranno essere necessari più incontri per dare il giusto spazio al proprio racconto e approfondire le tematiche emerse.

Nel caso di minorenni, il primo colloquio si svolge con entrambi i genitori. I quali avranno un ruolo e un coinvolgimento attivo: diventano co-terapeuti nel percorso, non additati come causa del malessere, ma sostenuti e re-indirizzati verso un senso più profondo, e come alleati del processo di cura del figlio, andando a dare significato alle rappresentazioni affettive che guidano i nostri processi decisionali inconsci e l’essere madri e padri di quello specifico e unico figlio.

A seguito del primo colloquio si procederà con la fase di consultazione psicologica, che prevede un numero di colloqui variabili, il cui scopo è quello di comprendere ed esplorare la problematica, anche attraverso l’utilizzo di strumenti specialistici e testali di natura psicologico-clinica, e di approfondire le dinamiche interne, i bisogni emotivi e le risorse specifiche di ogni persona. L’obiettivo è la ricerca di un significato emotivo-affettivo alla base del sintomo.

Alla conclusione del periodo di consultazione verrà fornita una restituzione su quanto emerso con l’obiettivo di far emergere un rinnovato sguardo complessivo sulla persona e un significato profondo condiviso. La restituzione è anche occasione per definire insieme gli obiettivi del percorso psicoterapeutico o di supporto psicologico, con tempi, metodologie e obiettivi specifici per l’unicità della Persona.

La mia cornice teorica di riferimento è quella di una psicoanalisi contemporanea integrata alla teoria dei codici affettivi e alla teoria dei compiti evolutivi di ogni fase del ciclo di vita: psicoterapia evolutiva di orientamento psicoanalitico.

L’attenzione è volta ai passaggi evolutivi (la preadolescenza, l’adolescenza, la giovane adultità e ogni fase di transizione del ciclo di vita) e alle crisi e movimenti che ne conseguono.

Considero il malessere sperimentato dall’individuo come il risultato di un “blocco evolutivo”, come crisi che si determina nelle fasi di transizione, quando l’individuo assume nuovi ruoli affettivi (figlio, maschio, femmina, padre, madre, ecc) – organizzatori fondamentali dei processi decisionali inconsci – e affronta nuovi compiti di sviluppo. L’attenzione al passato, ma con focus sul presente e in prospettiva del futuro per cogliere il significato profondo affettivo del vissuto e del comportamento del singolo in relazione al suo contesto e alla sua specifica rappresentazione di Sé, dell’Altro e del mondo.

In questa prospettiva, il focus è rivolto alla scoperta del funzionamento della persona, a individuare le modalità di affrontare i compiti evolutivi e a coglierne la logica affettiva sottostante. La terapia mira alla ripresa del processo evolutivo dell’individuo, puntando sulle risorse, riconoscendo e dando nuovi significati ai vissuti e sostenendo la persona nell’attuare un percorso di autoconsapevolezza e di autodirezionalità nella propria fase del ciclo di vita.


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